Orazio Riminaldi 1593 – 1630. L’opera completa

Nonostante molti aspetti della vita e dell’opera dell’artista siano in parte da chiarire, dovendosi purtroppo ancora scontare una non irrilevante carenza documentaria, la monografia su Orazio Riminaldi, da poco licenziata per i tipi delle edizioni del Soncino che Pierluigi Carofano e Franco Paliaga hanno dato alle stampe, colma una biasimevole lacuna, mettendo molti punti fermi su una figura niente affatto marginale della pittura toscana del Seicento.
Orazio Riminaldi era nato a Pisa agli inizi del settembre 1593, primo di sei figli, e sempre in Pisa morì a soli trentasette anni, il 10 dicembre 1630, a causa della peste che devastava la città, praticamente mentre era ancora nel cantiere del Duomo per affrescarne la cupola, ma aveva al suo attivo una produzione importante frutto di una cultura artistica collegata ai grandi fatti figurativi europei dei primi decenni del Seicento.
Il notevole successo riscontrato dopo il suo trasferimento a Roma, probabilmente intorno al 1615, tra molte famiglie nobili, in forza di uno stile molto particolare di “caravaggismo temperato” (Evelina Borea) lo portò a ricoprire la prestigiosa carica di Censore dell’Accademia di San Luca, quando Principe era Simon Vouet, nella cui casa fu censito nel 1625.
Riscoperto negli anni settanta dello scorso secolo da Evelina Borea e Mina Gregori, la sua opera è stata analizzata da vari studiosi; tra questi, in particolare Carofano e Paliaga hanno contribuito da vari anni a definirne il catalogo ragionato nel modo oggi più esauriente possibile.

La presentazione del volume sarà preceduta da una breve testimonianza del prof. Claudio Strinati e dell’architetto Franco Luccichenti in ricordo dello studioso ed amico  Maurizio Marini (Roma, 1942 – 2011), grande esperto della pittura del Seicento ed eminente interprete della stagione del caravaggismo.

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Ritrovata la Sacra Famiglia e angeli di Giulio Cesare Procaccini

Ritrovata la Sacra Famiglia e angeli di Giulio Cesare Procaccini già in S. Luigi de’ Francesi a Roma

in P. Carofano, “Dilectus meus mihi et ego Illi”. Una Sacra Famiglia ‘molto correggesca’ di Giulio Cesare Procaccini, in “Arte Cristiana”, 887, 2015, pp. 123-130.

 

abstract: The author discusses a painting, considered lost, by Giulio Cesare Procaccini: the ‘Holy Family and the Angels’, originally in the sacristy of the church of San Luigi dei Francesi in Rome. Regarding this painting,
the scholars knew about many copies (in Milan, Museo Poldi Pezzoli; Correggio, Museo Civico; Grenoble, Musée des Beaux-Arts) and various engravings put into print. Most likely, the painting was removed from the church of San Luigi dei Francesi, a first time, during the Napoleonic occupation of Rome, and then returned to the church after the ‘Restoration’. The painting was lost track of again at the end of the nineteenth century.
Through the study of the sources and the stylistic comparison with the copies, the author has identified the Holy Family and the Angels by Giulio Cesare Procaccini in a painting sold in an Florentine Auction (in 1933) of Andrea Robilant’s collection.
The ‘Holy Family with Angels’, dating to ca. 1612, is ver y interesting in order to understand the stylistic evolution of Giulio Cesare Procaccini: he, at this stage of his career, is very attached to Correggio’s style, an artist with whom he was often
confused.
No less important are the material characteristics of the painting, characterized by many ‘pentimenti.